Chi siamo

Chi siamo2024-11-05T21:08:30+01:00

L’Associazione Mario Campanacci nasce a Bologna nel 2010 dall’esperienza di medici, infermieri e volontari che operano per integrare le attività dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, a favore di pazienti affetti da sarcomi dell’apparato muscolo scheletrico. L’Associazione nasce in ricordo e per continuare l’opera del luminare Mario Campanacci, che ha reso il Rizzoli un riferimento mondiale nello studio ed il trattamento dei sarcomi.
I sarcomi primitivi dell’osso più frequenti sono l’Osteosarcoma ed il Sarcoma di Ewing, che hanno entrambi maggior incidenza in pazienti pediatrici ed adolescenti. Si tratta di patologie molto rare (rappresentano meno dell’1% di tutti i tumori), e pertanto al Rizzoli, Centro di riferimento per la cura e lo studio di queste patologie, vengono trattati e seguiti per numerosi anni pazienti che provengono, per la maggior parte, da tutta Italia e dall’estero.
Negli ultimi 5 anni sono stati trattati presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli oltre 1.000 pazienti affetti da sarcoma primitivo dell’osso, con età media di 37 anni (da 1 a 92 anni); soltanto il 10% di essi era residente a Bologna o provincia.
La strategia di cura comunemente adottata per queste patologie prevede un trattamento di chemioterapia, che dura in media 9-12 mesi. I pazienti (con le loro famiglie) sono pertanto costretti ad affrontare numerosi viaggi e durante i periodi di ricovero in ospedale (o tra un ricovero e l’altro) devono sostenere i costi di un soggiorno lontano da casa. Tra un ciclo di chemioterapia e l’altro sono inoltre necessari controlli dei valori ematici e spesso ricoveri in ambito ospedaliero per trasfusioni, somministrazione di fattori di crescita o supporto medico per la tossicità indotta dalla chemioterapia.
La diagnosi di sarcoma è un evento che proietta il paziente e la sua famiglia in uno stato di apprensione. Quando un bambino si ammala di tumore, infatti, uno dei due genitori si trova costretto ad allontanarsi dal lavoro e dalla propria residenza; la separazione può riguardare periodi non brevi.
Mentre all’ Istituto Ortopedico Rizzoli i pazienti trovano le risposte per la parte clinica, l’Associazione Mario Campanacci tenta di dare risposte alle necessità pratiche, fornendo un supporto psicologico e offrendo una sistemazione alle famiglie che ne hanno bisogno. Con l’intento di far sentire il paziente ‘come a casa’, l’Associazione mette a disposizione due appartamenti a Bologna e cinque stanze nella Foresteria di Villa Putti all’interno del Rizzoli (per un totale di 23 posti letto), ove ospitare, a titolo completamente gratuito, i pazienti e i loro familiari durante le cure chemioterapiche e chirurgiche, garantendo l’intimità e la tranquillità necessarie per affrontare al meglio l’iter medico e trarne quindi la massima efficacia.
L’Associazione si fa carico di tutte le spese relative alla gestione degli spazi (pulizie, utenze, manutenzioni ordinarie e straordinarie) nonché della sostituzione/acquisto di arredi e di materiali/ausili (materassi, cuscini, condizionatori, televisori, stoviglie, ecc…) .
Oltre alle finalità di solidarietà sociale, l’Associazione sostiene la ricerca e la formazione nel campo dell’oncologia muscolo scheletrica. In particolare co-finanzia borse di dottorato del corso “Oncologia, Ematologia, Patologia” dell’Università di Bologna e promuove annualmente il corso internazionale di “Patologia Muscoloscheletrica”.
Tutte le attività sono svolte da volontari dell’Associazione a titolo gratuito. Il personale medico e sanitario dell’Istituto Ortopedico Rizzoli è coadiuvato da alcuni volontari effettivi dell’Associazione (Tesoriere, referente alloggi, referente comunicazione) e dal Presidente dell’Associazione.

Come ulteriore obiettivo di missione, l’Associazione mira a realizzare un Sistema Integrato di Accoglienza, che comprenda, oltre alla centralità delle case d’accoglienza gratuita, l’offerta di un supporto psicologico qualificato e completo, l’approvvigionamento di biancheria, vestiti e giochi, la garanzia di continuità nello studio, l’organizzazione di laboratori paralleli (arte-terapia, cucina, musico-terapia, letture animate), con la possibilità di ricorrere a mediatori culturali.

Ad oggi l’Associazione può contare sulla competenza unica di 30 Medici e infermieri, sviluppata in 11 anni di ricerca e oltre 1.000 casi presi in carico.

Accanto a loro lavorano con passione 30 volontari, ogni giorno pronti dare sostegno ai pazienti e alle loro famiglie, persone provenienti da tutto il mondo all’Istituto Rizzoli per dare un futuro al proprio desiderio di felicità.

I NOSTRI MAESTRI

Prof. Mario Campanacci

Mario Campanacci è nato a Parma il 13 gennaio 1932, dove ha iniziato i suoi studi. Si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Bologna nel 1956, ed ha iniziato la sua carriera di ortopedico presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli, specializzandosi in Ortopedia e Traumatologia nel 1960. La prima fase della sua carriera è stata prevalentemente dedicata all’Anatomia Patologica ed alla Patologia dell’Apparato Muscolo-Scheletrico, portandolo a studiare e trattare i tumori delle ossa e delle parti molli. Fin dai primi anni si appassiona di patologia dell’apparato muscolo-scheletrico, potendo in tal modo mettere a frutto le sue conoscenze in anatomia patologica, applicandole all’ortopedia. Il suo primo maestro è Italo Federico Goidanich, che si occupa già di tumori dell’apparato muscolo-scheletrico. Per perfezionare la sua formazione in questa patologia rara ed ancora poco conosciuta, ha frequentato il Veteran Administration Hospital di San Francisco presso il il dr. Lichtenstein per 6 mesi, e l’ Hospital for Joint Disease di New York presso il Dr. Milgram per 2 mesi (1962-63). Nel 1963 ha assunto la responsabilità e la direzione dell’Unità di Oncologia Muscoloscheletrica del Rizzoli. Ha subito capito quanto fosse importante per la diagnosi delle lesioni muscoloscheletriche la revisione della documentazione radiografica assieme ai preparati istologici, ed ha sottolineato l’importanza di un’archiviazione scrupolosa della documentazione clinica e radiografica dei pazienti. Ha quindi eseguito la revisione di migliaia di casi di tumori muscoloscheletrici trattati fin dai primi anni del 1900 presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli, maturando una profonda conoscenza ed una particolare esperienza diagnostica e clinica. Negli anni successivi ha intuito l’importanza di un approccio multidisciplinare ai sarcomi, e fu uno dei pionieri del trattamento combinato e della chirurgia conservativa per i sarcomi primitivi dell’osso.

Verso la metà degli anni ‘80 ha sostenuto l’espansione del Dipartimento di Oncologia Muscoloscheletrica per includere anche i Laboratori di Ricerca, intuendo la necessità di affiancare la ricerca di base e la biologia molecolare alla clinica per i futuri sviluppi nella diagnosi e nella cura dei sarcomi.

Credeva fermamente nella collaborazione e nel confronto con altri professionisti, credeva nell’importanza delle esperienze presso altri centri italiani ma soprattutto esteri, e per questo ha fortemente voluto la fondazione dell’ European Musculo-Skeletal Oncology Society (EMSOS), nata nel 1987, e della quale fu il primo Presidente (1987-1990).

Ha sviluppato una sincera amicizia con molti esperti mondiali sulla patologia osteo-muscolare dei suoi tempi, ed ha istruito dozzine di chirurghi italiani e stranieri, capendo il valore degli scambi continui di idee e delle relazioni internazionali. L’amicizia con Bill Enneking gli è stata particolarmente cara, portando alla creazione del Course on Muscolo-Skeletal Pathology, tenuto da entrambi ogni anno presso il Rizzoli di Bologna, e che dal 1989 viene tenuto ogni anno.

L’insegnamento era infatti un’altra sua grande passione, e per lui era una vera gioia passare del tempo con gli studenti, rispondere alle loro domande e stimolarne l’interesse, la curiosità e la partecipazione.

Il corso viene svolto anche oggi in sua memoria, presso l’Istituto Rizzoli, con la partecipazione di medici del suo staff e di esperti internazionali.

Mario Campanacci aveva un’indole calma e riflessiva. Apparentemente schivo e severo, era in realtà capace di trasmettere la passione per lo studio dell’Oncologia Muscoloscheletrica. Gli piaceva insegnare e dare il buon esempio; era umile, e credeva nella meritocrazia e nel gioco di squadra. Pretendeva molto da chi lo circondava, ma principalmente pretendeva moltissimo da se stesso.

Nel 1995 è divenuto Direttore Scientifico dell’Istituto Rizzoli, dedicando una grande energia e sostegno all’organizzazione ed alla attività scientifica dell’ospedale.

Mario Campanacci è morto nel 1999, dopo una eroica battaglia contro il cancro. La sua guida manca ancora oggi non solo a tutti coloro che l’hanno conosciuto ed hanno avuto la fortuna di lavorare con lui, ma anche a chi non l’ha conosciuto direttamente ma ha imparato ad apprezzarlo tramite i suoi lasciti scientifici e spirituali.

Laura Campanacci

Dott. Gaetano Bacci

Ricordare il dott. Bacci vuole dire ricordare un medico ed un ricercatore che ha legato in maniera indissolubile la sua attività professionale a quella dello sviluppo scientifico dell’ Istituto nel quale ha lavorato per più di 30 anni. Il dott. Bacci era profondamente ed orgogliosamente un rizzoliano.

Fin da quando, esaurita la sua esperienza in Clinica Medica al Sant’Orsola, ha iniziato a svolgere la sua attività al Rizzoli, alla fine degli anni sessanta, ha saputo capire le grandi possibilità di crescita scientifica offerte dall’ Istituto. Da attento ed esperto internista quale era ha saputo trasferire le sue capacità in un campo per l’ epoca assolutamente pionieristico, quello dell’ oncologia muscloscheletrica instaurando un sodalizio fruttuoso con il prof. Mario Campanacci. Con l’ arrivo del dott. Bacci il Rizzoli, da grande Istituto Ortopedico conosciuto in campo mondiale, è divenuto un punto di riferimento mondiale nell’ ambito dell’ oncologia medica. Si devono a lui le prime terapie mediche per i sarcomi dell’ osso, malattie che erano state fino ad allora considerate incurabili. Con forza, determinazione e costanza, superando difficoltà, incomprensioni e talvolta anche ostilità, il dott. Bacci ha costruito una struttura oncologica che ha contribuito a far crescere in maniera determinante il prestigio del Rizzoli nel mondo.

Il dott. Bacci è stato un grande clinico-medico che non ha mai abbandonato o sacrificato la cura dei propri pazienti in favore della ricerca, ma che ha fatto invece della ricerca clinica il punto di forza di una assistenza medica di qualità. Il dott. Bacci è stato il medico del Rizzoli con la più elevata e qualificata produzione scientifica in campo oncologico ed il suo H-index è il maggiore mai avuto da medici dell’ Istituto. Vi sono articoli del dott. Bacci che hanno avuto centinaia di citazioni bibliografiche e che costituiscono un punto di riferimento mondiale in oncologia muscolo scheletrica.

Vorrei inoltre ricordare come per il dott. Bacci prendersi cura non abbia mai significato solo dare farmaci, ma pensare ai bisogni della persona e in questo senso va la creazione della prima cucina per le mamme dei nostri ricoverati, il progetto scuola per i ragazzi delle medie e delle superiori, gli appartamenti per le famiglie dei nostri ricoverati, aiutato e supportato da tante persone che dentro e fuori del Rizzoli condividevano con il dott. Bacci un comune sentire e avevano capito l’ importanza di queste iniziative. Desidero ricordare inoltre un aspetto dell’ attività del dott. Bacci che ha saputo portare frutti nel tempo, la sua capacità di coinvolgere, contagiare quasi, le persone che lavoravano con lui nella passione per la ricerca clinica. In particolare è stato determinante a mio avviso come abbia saputo valorizzare e stimolare la ricerca infermieristica in oncologia muscolo scheletrica, espressione della sua visione globale dei bisogni delle persone che si rivolgevano al nostro reparto.

Nella sua vita tanto intensa e piena di difficoltà il dott. Bacci ha avuto sempre ben chiaro su cosa appoggiare e dove dirigere lo sguardo. Non mancava mai alla Messa del mattino nella chiesa di San Michele in bosco, punto fermo prima di affrontare la giornata in ospedale.

La nostra riconoscenza per il dott. Bacci si renderà concreta nel nostro proseguire quotidiano lungo il percorso che ha tracciato.

Stefano Ferrari

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